Le voci dei protagonisti de «La Ciaspolada»
Alberto Vender (vincitore gara maschile): «È sempre bello ripetersi. Seconda vittoria alla Ciaspolada su due tracciati diversi, nel 2020 a Fondo e quest’anno alle Regole di Malosco. Sono proprio felice, perché iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro di una delle competizioni più prestigiose in assoluto è un grande onore. Posto incantevole, giornata strepitosa anche per la temperatura, e buone sensazioni prima del via. Per questo ho deciso di prendere subito il comando e fare il mio ritmo, con l’obiettivo di prendere un po’ di margine. Così è stato e attorno al quarto chilometro ho accusato un po’ di fatica, ma avevo spazio di gestione e alla vista del traguardo ho ritrovato le energie per spingere ancora e chiudere vittorioso. La prima corsa dell’anno sulla neve ha sempre un sapore particolare, dopo le prime falcate, pur avendo due attrezzi ai piedi, con un po’ di pratica diventa tutto istintivo».
Marco Filosi (secondo gara maschile): «Essendo la prima volta in questa gara, ho deciso di partire con il mio passo e piano piano ho recuperato un po’ di posizioni. È andata alla grande, più di così non si poteva fare. Grande Alberto, che ha dominato anche quest’anno. È uno straordinario compagno di allenamento, lo conosco benissimo, so che ha qualcosa in più di me, mi tira sempre il collo ed era impensabile batterlo. La giornata è stato stupenda, un percorso compatto e mi sono divertito molto, anche grazie ad un’atmosfera particolare e non esasperata. Penso che inserirò La Ciaspolada come evento fisso nel mio calendario».
Filippo Barizza (terzo gara maschile): «Alberto ha una marcia in più. Nella prima parte ho provato a stare con lui per portarmi fuori dal gruppo, ma quando ha aumentato le falcate è stato imprendibile. Ho stretto i denti cercando di fare il mio ritmo, ma ad un chilometro e mezzo dal traguardo sono stato preso e superato da Filosi, che ne aveva di più. Sono soddisfatto per un altro podio alla Ciaspolada, contro avversari più forti di me. Gli anni passano e cerco di tenere duro. Pur essendo un percorso non lunghissimo, è molto nervoso e muscolare, che non concede tregue. Bisogna partire forte e affrontare a buon ritmo anche le salite: è una gara completa. Io sono un grande appassionato di montagna benché io abiti in pianura e alla Ciaspolada ci sono particolarmente affezionato, visto che indosso questo pettorale da circa 17 anni».
Celia Balcells Serra (prima gara femminile): «È la prima volta che vengo in Italia, la prima volta che partecipo a La Ciaspolada e anche la prima volta che corro con le racchette da neve ai piedi. È stato tutto nuovo per me e ho vissuto davvero una bella giornata, al di là della vittoria. La località mi è piaciuta molto. La gara è particolare, breve ma particolarmente intensa, esigente dal punto di vista fisico. Sono arrivata al traguardo stremata, ma felice, perché abbiamo corso in un ambiente spettacolare. Sinceramente non pensavo di poter vincere, proprio perché non avevo mai gareggiato con le ciaspole. Sono stanca, ma contenta».
Laia Andreu Trias (seconda gara femminile): «Gli anni passano, ma torno sempre volentieri qui a La Ciaspolada. È stata una gara veloce, muscolare, che si addice ad atlete più esplosive. Il secondo posto per me è un bel risultato. Come sempre sono partita per vincere, ma gli anni passano e ci sono delle giovani emergenti che vanno forte. È normale e giusto che sia così. Sono contenta della mia prova».
Elena Sassudelli (quarta gara femminile): «Sono abbonata alla medaglia di legno, ancora un quarto posto. Spiace sempre arrivare così vicino al podio, però le tre spagnole erano nettamente più forti. Non ho rimpianti, perché ci ho provato sino alla fine e a gennaio la condizione non è mai ottimale. È stata una bella edizione della Ciaspolada, finalmente senza limitazioni: si è tornati alla normalità, respirando un’atmosfera felice e serena».
Gianni Holzknecht (presidente del comitato organizzatore): «Felicissimo per l’esito di questa 49ª edizione. Abbiamo fatto registrare numeri importanti, sono tornati i gruppi storici da Lombardia, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna, ma pure austriaci, tedeschi e catalani. Un grande risultato, anche per la promozione del territorio. Il tracciato in quota alle Regole di Malosco ci ha salvato, ora voglio condividere questo successo con i tanti volontari che hanno fatto i miracoli per preparare un percorso apprezzato dagli atleti, soprattutto i più forti, che sono sempre i più esigenti. E alla fine è uscita una gara di alto livello. Ora ci gustiamo questo successo e poi lavoreremo per allestire la prossima edizione, la cinquantesima, che sarà indimenticabile».
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